martedì 25 febbraio 2014

SEQUENZA SISMICA DEL BACINO DEL MEDITERRANEO

L’area analizzata comprende l’Appennino meridionale (arco campano-lucano ed arco calabro),  le Dinari meridionali, le Albanidi e la catena Ellenica.
La distribuzione della sismicità dal 1900 (archivio dati  USGS) conferma il persistere di un'attività sismica intensa e di elevata energia a causa della convergenza tra la placca africana e quella dell’Anatolia e dell’Eurasia ostacolata dalla microplacca Egea.
Nelle figure 1 e 2 sono riportati l'andamento dei valori di magnitudo e gli epicentri degli eventi che hanno colpito dal 1900 al febbraio del 2014.

Figura 1 - Andamento del valori della magnitudo.


Figura 2 - Epicentri dei terremoti di magnitudo ≥ 5,5 (archivio dati USGS). 


Delle 153 scosse con M≥ 5,5 ben 124 sono state registrate in Grecia, 19 nella zona Albania-Montenegro-Bulgaria e 10 lungo l’Appennino meridionale.
 L’evento più forte è accaduto l’11 agosto del 1903 (M=8,3), mentre le scosse di terremoto con M≥6 sono state 5 e sei sono quelle con M≥7.
La figura 3 mostra correlazioni significative tra i terremoti dell’arco Ellenico e le scosse più energetiche della zona Albania-Montenegro e dell’Appennino meridionale.
Le analisi delle finestre temporali delle fasi di assestamento e di rilascio di energia indotte dagli eventi registrati lungo l’arco Ellenico, indicano una successiva migrazione dei terremoti nella zona dell’Albania-Montenegro e poi lungo l’Appennino meridionale (figura 4).





















Il carico tettonico accumulato lungo il piano di subduzione della litosfera ionica sotto l’arco Ellenico è diminuito nel breve-medio periodo da terremoti di assestamento nella zona dell’Albania-Montenegro  e da un aumento di stress e successivo  rilascio di energia lungo l’Appennino meridionale.
Questa ipotesi sembra confermata anche dalla strutture ramificate che hanno preceduto i terremoti più energetici accaduti nell’area analizzata.
Nella figura 5 sono riportati gli schemi delle strutture ramificate presenti nella sequenza della Calabria e dell’Albania-Montenegro.

Figura 5 - Schema delle strutture ramificate.

Si osserva una simile struttura composta di sei  step evoluti già completati e  tempi di attivazione diversi.
La struttura ramificata dell’Albania-Montenegro, dopo il punto di attivazione del  primo ottobre 2008, mostra un  foreshock di magnitudo 5,5 Mw accaduto il 3 novembre 2010, mentre  quella della Calabria il punto di attivazione si è formato il 23 novembre 2011 ed il primo foreshock di magnitudo 5,3 Mw è accaduto il 26 ottobre 2012 (terremoto del Pollino).
Per quello che riguarda la struttura ramificata della Grecia, i due recenti terremoti di magnitudo 6,1 Mw registrati nei mesi di gennaio e febbraio 2014 (isola Cefalonia), non consentono di affermare che la fase di rilascio di energia associata alla struttura ramificata sia terminata.
Le analisi eseguite e sinteticamente esposte consentono di ipotizzare nel breve-medio periodo le seguenti evoluzioni delle strutture ramificate:

1)   completamento della fase di rilascio di energia associata alla struttura ramificata della Grecia dopo un evento sismico di magnitudo maggiore di 7,0 Mw, seguito da una fase di assestamento nella zona dell’Albania-Montenegro e successivo nuovo rilascio di energia nella zona dell’Appennino meridionale;
2)  attivazione della fase di assestamento associata agli eventi registrati nei mesi di gennaio e febbraio 2014, con l'accadimento di scosse più energetiche prima nella zona dell’Albania-Montenegro e dopo nella zona dell’Appennino meridionale.

Le analisi  sono eseguite con il software sperimentale ” Previsio”. 
I risultati ottenuti non sono pienamente utilizzabili. 
Tutte le parti delle previsioni sono riservate. Nessuna parte può essere riprodotta nella forma o nel significato senza il permesso scritto dell’autore.

©   Dr. Geol. Giulio Riga – RIPRODUZIONE TASSATIVAMENTE VIETATA

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